Dimentica il pane-spugna e senza sapore, avvolto nella plastica, che ti guarda dallo scaffale del supermercato. In Sardegna, il pane è un rito di passaggio, una cerimonia, un simbolo di ricchezza e fortuna, una religione, un bene sacro, un amuleto e un'opera d'arte, tutto insieme.
Il Pane Carasau è un pane sottile e croccante fatto solo con semola di grano duro sardo, acqua e lievito naturale. Niente di più. Le mogli dei pastori sardi sono sempre state incaricate di amalgamare e modellare l'impasto in dischi sottili e rotondi. Quando il pane comincia a lievitare viene cotto una volta; ogni disco viene quindi diviso in due metà che vengono cotte separatamente. L'arte di cuocere il pane due volte si chiama carasare - da cui la parola carasau – e assicura al Pane Carasau la durata più lunga tra tutti i tipi di pane.
Il Pane Guttiau è molto simile al Pane Carasau, ma è ancora più sottile. Spesso spennellato con un po' di olio d'oliva e cosparso di sale marino, si mangia come spuntino in ogni momento del giorno. Si accompagna in modo magistrale - specie se riscaldato al forno per qualche minuto - con affettati, prosciutto e formaggi.